martedì 2 giugno 2015

LA LEGGENDA DEL REISHI

Il reishi ha una storia pittoresca.
Secondo la leggenda, i sacerdoti taoisti del primo secolo d.C. furono i primi a sperimentarlo. Sembra che lo includessero in pozioni magiche che assicuravano longevità, eterna giovinezza e immortalità. All’epoca, essi praticavano l’alchimia ed erano noti per lanciare incantesimi e preparare strane misture, ma non dimenticate che l’alchimia fu l’inizio della chimica, i primi medici furono gli sciamani e curavano i malati evocando la forza della natura.



Una poesia del filosofo del primo secolo Wang Chung commenta così l’uso dei funghi da parte dei preti taoisti nel tentativo di raggiungere uno stato superiore di coscienza :

“Prendono dosi di germi d’oro e di giada e mangiano il frutto migliore del purpureo fungo poliporo. Cibandosi di ciò che è germinale, i loro corpi diventano lievi ed essi sono capaci di trascendenza spirituale”

Il reishi occupò il posto d’onore nel più antico trattato medico della Cina, il Classico sulle Radici di Erbe del Contadino Divino, compilato intorno al 200 d.C. In tipico stile cinese il trattato divide i 365 elementi in tre categorie : superiori, medi e accettabili.
Il reishi è in cima all’elenco della prima categoria, prima del ginseng. Per appartenere alla categoria superiore, un elemento deve avere potenti qualità medicinali e non produrre effetti nocivi o collaterali se assunto per lunghi periodi. Ecco quanto afferma il libro a proposito del reishi : il gusto e amaro, la sua energia atmosferica neutra; non è tossico. Cura l’accumulo di fattori patogeni nel torace. E’ buono per il Qi (energia vitale) della testa, incluse le attività mentali. Tonifica la milza, aumenta la saggezza, migliore la memoria, impedendoti di dimenticare. Se assunti per lunghi periodi alleggerisce il corpo, impedisce l’invecchiamento e allunga la vita. Ha un potere spirituale e sviluppa lo spirito.

Nel Pen T’sao Kang Mu (La grande farmacopea) un testo del XVI secolo, il compilatore, Le Shih-Chen dice del reishi : influisce positivamente  su l’energia vitale, o Qi del cuore, curando l’area del petto giovando a coloro che hanno i muscoli del torace contratti. Assunto per molto tempo, la fragilità del corpo cesserà e gli anni si allungheranno come quelli degli “esseri immortali”.



GIAPPONE E REISHI
La fama del reishi come “fungo dell’immortalità” giunse all’orecchio dell’imperatore Ti della dinastia Chin circa 23 secoli fa. L’imperatore allestì una flotta di navi governate da 300 uomini forti e 300 bellissime donne, ai quali ordinò di dirigersi verso Oriente, dove si pensava che il reishi crescesse e tornare con il fungo. Le navi colarono a picco durante una tempesta. Secondo la leggenda i naufraghi approdarono su un’isola, fondando una nuova nazione. Quell’isola era l’odierno Giappone.


REISHI E TALISMANI
Nell’arte cinese, il reishi è simbolo di buona salute e lunga vita. Immagini del fungo si trovano su porte, architravi, arcate e ringhiere in tutte le residenze imperiali nella Città Proibita e nel Palazzo d’Estate. Spesso la storia parla di un reishi inciso nello scettro usato nelle cerimonie ufficiali. Una veste di seta de l’imperatore mostra un pesco, nuvole e in primo piano un reishi.




Per il popolo l’immagine del fungo era usata come portafortuna o talismano. In disegni ad inchiostro, arazzi e dipinti, a volte i soggetti indossano ornamenti o gioielli di giada a forma di reishi.  Kuan Yin, la dea cinese della guarigione e della compassione è talvolta raffigurata con un reishi in mano. Alcuni credono che la pianta della resurrezione della famosa fiaba del “Serpente Bianco” sia questo fungo. Nel racconto, noto a tutti i bambini cinesi e soggetto di opere liriche e canzoni, la Dama Bianca viaggia fino al lontano monte Kunlun per procurarsi la pianta e riportare in vita il marito. Dimostrando il suo amore per il defunto ottiene l’erba e l’uomo risorge.

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